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Il diritto di precedenza nei contratti a termine

PRECEDENZA copiaIl diritto di precedenza è quell’istituto attraverso il quale un ex dipendente, in un arco di tempo individuato dalla legge, può far valere un vero e proprio diritto di prelazione sulle assunzioni effettuate dal datore di lavoro dopo la cessazione del rapporto di lavoro.

Tale istituto, a seguito delle novità introdotte dalla l.78/2014, ha subito diverse modifiche. Analizziamo   alcuni punti di applicazione della disciplina nel campo dei contratti a tempo determinato.

–          Un lavoratore che presso la stessa azienda ha lavorato per un periodo superiore a 6 mesi vanta il diritto di precedenza nelle assunzioni a tempo indeterminato che il datore di lavoro effettua nei 12 mesi successivi alla cessazione del rapporto di lavoro a termine. Per far valere il diritto è necessario che le mansioni siano identiche a quelle espletate nei rapporti a termine precedentemente svolti;

–          Nel caso di lavoratrici madri il periodo di maternità obbligatoria fruito nel corso di un rapporto a termine concorre a formare il periodo di attività di 6 mesi utile per aver riconosciuto il diritto di precedenza; il diritto viene riconosciuto per quelle assunzioni effettuate dal datore entro i 12 mesi successivi alla cessazione del rapporto di lavoro a termine a parità di mansioni già espletate precedentemente;

–          Nel caso di lavoratori stagionali vale per le attività stagionali di uguale natura;

In tutti i casi il lavoratore deve manifestare la propria volontà di esercitare il diritto di precedenza, entro 3 mesi per i lavoratori stagionali o entro 6 mesi per gli altri casi.
Il termine per esercitarlo si computa dalla data di cessazione del rapporto di lavoro. Il diritto si estingue entro 1 anno dalla data di cessazione del rapporto di lavoro.

E’ fatto obbligo al datore di lavoro di indicare il diritto di precedenza nel contratto di assunzione, il quale deve consegnare al lavoratore copia entro 5 giorni dall’inizio della prestazione lavorativa.

I contratti collettivi nazionali territoriali o aziendali possono disciplinare diversamente il diritto di precedenza, dando termini differenti.