Il rialzo del petrolio di questi ultimi mesi
Il petrolio è salito del 20 per cento in questo mese per arrivare fino a 57 dollari al barile, con la violenza crescente in Yemen che alimenta la preoccupazione sul rischio del blocco delle forniture. Il rally segue il calo maggiore dal 2008, con il greggio che sprofonda a 43,46 dollari al barile nel mese di marzo, come una guerra dei prezzi scoppiata tra i produttori dell’OPEC e i trivellatori statunitensi di scisto. Il Petrolio del West Texas Intermediate, è il benchmark statunitense, e ora è di nuovo al rialzo toccando i massimi negli ultimi quattro mesi.
Tuttavia i Futures a lunga scadenza sono in calo
Anche se i prezzi aumentano per i contratti petroliferi che saranno liquidati nei prossimi mesi, il prezzo del petrolio è in realtà in calo quando la consegna non avverrà per anni. Ad esempio: due mesi fa, il greggio con consegna a gennaio 2019 è stato venduto per 68,32 dollari al barile, secondo i dati del New York Mercantile Exchange. Lunedi ‘ il medesimo contratto è stato scambiato a 66,35 dollari.

Ciò potrebbe indicare che gli operatori stanno scommettendo solo a breve termine, rally è oltrepassato.
Scorte degli Stati Uniti sono ad alto di tutti i tempi
Gli Stati Uniti hanno quasi 500 milioni di barili di greggio in deposito. Questo è di gran lunga la quota maggiore del petrolio in deposito detenuta superando di gran lungo il picco del 1982. Le forniture sono cresciute a causa di aumento della produzione interna ed anche a causa deòle restrizioni sulla maggior parte delle esportazioni di greggio.

Sentito dell ‘fracklog’?
Le aziende hanno già perforato migliaia di pozzi e sono in attesa del recupero dei prezzi prima di iniziare a pompare greggio. Infatti potrebbe inondare rapidamente il mercato con rifornimenti a basso costo se solo volessero. I tre campi di scisto si sono dimostrati i migliori (e maggiori) produttori hanno più di 3.400 pozzi perforati ma incompleti, secondo Bloomberg Intelligence. Nelle regioni produttrici di petrolio a livello nazionale, ci sono più di 4.000 pozzi.

L’Arabia Saudita sta continuando il pompaggio
I sauditi hanno spinto il mercato in caduta libera nel mese di novembre quando hanno deciso di difendere la propria quota di mercato, invece di puntellare i prezzi, e non mostrano alcun segno di cambiare rotta.L’uscita del regno era vicino dall’opec, secondo l’Agenzia internazionale per l’energia, infatti il vice ministro del petrolio il principe Abdulaziz bin Salman, ha affermato il 27 aprile che il mercato è in condizioni di “eccellenti”.
L’Organizzazione degli esportatori di petrolio Paesi si riunisce il prossimo giugno.

I produttori sono di blocco dei prezzi ora olio prodotto più tardi
I produttori,i trader e altri operatori del settore stanno vendendo futures e contratti di opzione che bloccheranno i profitti futuri, garantendo che possano mantenere il pompaggio di greggio equilibrato, tali cosiddette posizioni short sono al rialzo da più di ottobre 2011. Questo potrebbe essere un segno che i trivellatori stiano fermi in un prossimo futuro.

Fonte: Bloomberg
