Brasile in crisi profonda
Per il brasile e il suo presidente Dilma Rousseff non c’è tregua; da un altra recessione economica ad uno scandalo di corruzione passando per le proteste di piazza, sembra che sia un duro 2015 per il paese verde-oro. Ormai sembra prossimo un altro evento probabile: un downrating a classe junk dei suoi titoli di Stato. La più grande economia dell’America Latina ha una probabilità del 70 per cento di perdere il suo rating investment grade nei prossimi anni, secondo la stima mediana di un sondaggio di “Bloomberg News” agli economisti. Standard & Poor ha riferito la scorsa settimana che potrebbe declassare il rating del paese e rividere l’outlook da stabile a negativo. Le obbligazioni del Brasile sono attualmente valutato BBB-, che è ad un passo da spazzatura.
La società ha citato sfide politiche ed economiche del Brasile perse in mezzo ad un indaggine in corso sulle tangenti alla società del paese di proprietà statale del petrolio, Petrobras, che il presidente Rousseff ha presieduto in quel momento.
L’inflazione è aumentato a dismisura circa 9,25 per cento a metà luglio, oltre il doppio dell’obiettivo della banca centrale del 4,5 per cento, secondo l’IBGE. L’inflazione non tornerà al livello di destinazione fino al 2017, secondo il 70 per cento degli intervistati nel sondaggio. I responsabili politici hanno alzato il tasso di interesse chiave sette volte a partire dalla fine del 2014 ad un massimo di nove anni di 14,25 per cento, nel tentativo di fermare i prezzi entro la fine del 2016.
L’economia del Brasile è immerso in una recessione nel terzo trimestre dello scorso anno e si prevede una contrazone dell’1,5 per cento quest’anno, secondo gli economisti in un sondaggio separato. Questa sarebbe la peggiore recessione in un quarto di secolo. Il crollo ha danneggiato le entrate fiscali e il governo mancherà i suoi obiettivi di bilancio per quest’anno. I tre quarti degli economisti interpellati da bloomberg sulla questione hanno sostenuto che la crisi economica si estenderà sino al prossimo anno.
Fonte Bloomberg
