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Hong Kong Monetary Authority VS la “manipolazione” dei tassi di cambio

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In un mercato così grande come quello valutario (5.3 miliardi di euro transate ogni giorno) da tempo ci si chiede se davvero le autority che dovrebbero vigilare sul corretto funzionamento del mercato, facciano davvero il loro mestiere e combattano realmente le manipolazione del mercato. La Hong Kong Monetary Authority (HKMA) ha detto che la sua indagine durata un anno nel mercato valutario della città-stato ha dimostrato con moltissime prove svariati tentativi di manipolare i tassi di cambio, anche se non vi era collusione diretta tra le banche presenti sul suo territorio.

Un trader di Hong Kong presso Standard Chartered Plc (STAN) era sospettato di cercare di influenzare il tasso di cambio delle valute asiatiche, facendo richieste a un collega d’oltremare tra il marzo 2009 e il novembre 2010, anche se, non vi erano prove sufficienti per suggerire il reale raggiungimento di questo obiettivo. HKMA, ha detto oggi in una dichiarazione, che c’è stato un tentativo (se pur fallito) da parte di Deutsche Bank AG trader per influenzare il tasso a pronti del dollaro di Hong Kong nel marzo 2009, tuttavia non ha fornito nessun nominativo. “Anche se le manovre manipolatorie sul dollaro di Hong Kong non sono andate in porto, ricordiamo alle banche di essere vigili per garantire l’integrità del mercato FX”, ha detto il HKMA. “Non saranno tollerate pratiche manipolative.”

La Risposta

“La HKMA è stata più contenuta rispetto agli altri regolatori di tutto il mondo, non prendendo ogni opportunità di intervento sulle banche, rispetto alle altre autority internazionali (ndr rispetto alla multa di 4,5 miliardi inflitta alle banche)” Ha affermato Jim Antos, un analista bancario di Hong Kong a Mizuho Securities Asia Ltd. Il HKMA ha iniziato una verifica in 10 banche dopo aver ricevuto informazioni da istituti di credito e regolatori esteri, si legge in una dichiarazione di oggi. Oltre alle interviste e analisi di operatori, circa 40 milioni di record di comunicazione, tra cui messaggi di chat del personale coinvolto in ambito valutario di riferimento. Le banche indagate erano Bank of America Corp., Barclays Plc, BNP Paribas SA, Citigroup Inc., Deutsche Bank, HSBC Holdings Plc, JPMorgan Chase & Co., Royal Bank of Scotland Group Plc,Standard Chartered e UBS Group AG.

Fonte bloomberg